Strade: pulire o sanificare? | Dimensione Pulito

2022-09-03 03:15:59 By : Mr. Yuyun Zhang

C ome tutti i virus, anche il Sars-Cov-2 ha bisogno di cellule viventi da infettare per sopravvivere. Vero è che si mantiene attivo anche sulle superfici – quindi all’esterno degli organismi – per un certo periodo di tempo. Quanto duri questo periodo, prima che il virus si degradi e non sia più pericoloso, ancora non è del tutto chiaro. Si stima che questi tipi di virus rimangano attivi fino a 48 ore, ma non si esclude che in alcune circostanze possano mantenersi attivi fino a 9 giorni. Molto dipende dalla superficie su cui si sono depositati, dalle condizioni ambientali e da eventuali agenti esterni. Sulle superfici e sugli oggetti resiste al massimo qualche ora e per quanto riguarda le strade, non è ancora stato dimostrato che sia possibile un passaggio superficie stradale-scarpe e da lì alle persone. Inoltre di solito le persone non stanno a contatto diretto con la pavimentazione stradale, ed è quindi estremamente improbabile che possano prendere il virus da lì.

Tra i primi interventi che le amministrazioni comunali hanno messo in atto per contenere la diffusione del virus, anche la sanificazione delle strade. Tuttavia, non si possono escludere effetti negativi della sanificazione, sia per l’ambiente sia per le persone. Una delle sostanze più utilizzate è infatti la candeggina o ipoclorito di sodio. Anche se diluita, a contatto con i materiali organici presenti sulle strade potrebbe dare origine e molecole cancerogene, che possono poi essere inalate dalle persone adulte, dai bambini, dagli animali, dai lavoratori impiegati per la disinfezione, e possono inquinare terreni e falde acquifere. Un’altra sostanza è il cloruro di benzalconio, che può causare dermatiti e i cui effetti sul virus non sono diversi da quelli di un normale sapone.

In Italia il ministero della Salute con una circolare ha fatto sapere che non ci sono prove che dimostrino l’efficacia di provvedimenti di sanificazione, i quali, viceversa, possono costituire un rischio per la popolazione. Si legge infatti: “ È importante sottolineare che esistono informazioni contrastanti circa l’utilizzo di ipoclorito e la sua capacità di distruggere il virus su superfici esterne (strade) e in aria. L’efficacia delle procedure di sanificazione per mezzo dell’ipoclorito su una matrice complessa come il pavimento stradale non è peraltro estrapolabile in alcun modo dalle prove di laboratorio condotte su superfici pulite” . Si legge ancora: “ lo stesso China’s Center for Disease Control and Prevention (CCDC), ha avvertito il pubblico che le superfici esterne, come strade, piazze, prati, non devono essere ripetutamente cosparse con disinfettanti poiché ciò potrebbe comportare inquinamento ambientale e dovrebbe essere evitato” .

Il documento, nel confermare l’opportunità di procedere alla ordinaria pulizia delle strade con saponi e detergenti convenzionali, assicurando tuttavia di evitare la produzione di polveri e aerosol, valuta la ‘disinfezione’ quale “ misura la cui utilità non è accertata, in quanto non esiste allo stato, alcuna evidenza che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione del Covid-19 ”.

Il Consiglio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente condivide il parere dell’ISS “sul fatto che le superfici esterne – quali strade, piazze, prati – non devono essere ripetutamente cosparse con disinfettanti”, e mette in guardia sull’impiego dell’ipoclorito di sodio, un prodotto la cui scheda di sicurezza è di ben 18 pagine e prescrive le precauzioni per chi lo utilizza o ne viene a contatto. Le linee guida dell’ISPRA, inviate dal Ministero della Salute agli assessorati regionali competenti per materia, riportano che “l’uso di ipoclorito di sodio per la disinfezione delle strade è associabile a un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente con conseguente possibile esposizione della popolazione e degli animali” e che “in presenza di materiali inorganici presenti sul pavimento stradale potrebbe dare origine a formazione di sottoprodotti estremamente pericolosi”.

Le amministrazioni locali, tuttavia, in alcuni casi si attengono alla circolare dell’ISS, in altri praticano la disinfezione a tappeto. Ci sono stati, però, diversi cambiamenti di opinione, dopo la pubblicazione della circolare, e molti Comuni hanno rinunciato alle procedure di disinfezione, limitandosi alla consueta pulizia senza disinfettanti, e nel caso aumentandone la frequenza.

A tal proposito, l’associazione Legambiente si è appellata al presidente dell’Anci Antonio Decaro e ai sindaci tutti, chiedendo di non usare ipoclorito di sodio, di limitare la sanificazione degli ambienti esterni solo laddove strettamente necessario e in aree circoscritte, procedendo con operazioni di pulizia di utilità scientificamente provata.

ESEMPIO DI LAVAGGIO E PULIZIA DELLE STRADE 

A Milano, la pulizia delle strade avviene secondo le seguenti modalità: 

Lavaggio meccanizzato della sede stradale

È un’attività di supporto e completamento dello spazzamento meccanizzato e consistente nell’innaffiamento della carreggiata e dei marciapiedi prima del passaggio della spazzatrice, al fine di abbattere le polveri, di rimuovere i rifiuti e di convogliarli nel raggio d’azione della spazzatrice.

È effettuata generalmente con una macchina operatrice (lavastrade) dotata di dispositivi di erogazione di acqua in pressione, fissi e mobili. I dispositivi fissi sono costituiti da ugelli, montati su una barra posta anteriormente al mezzo, che erogano acqua frontalmente e lateralmente; il dispositivo mobile, costituito da un lungo tubo con lancia, è manovrato da un operatore a terra. La lancia può essere montata su un braccio mobile con o senza servo assistenza. L’impianto di erogazione dell’acqua è alimentato da una cisterna di capacità compresa tra 2 e 6 m 3 .

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